La stretta di mano: un saluto che parla di noi

4 Agosto 2010 0 di Elvio

La stretta di mano è un gesto che ha oggi valenza di saluto, ringraziamento, accordo o congratulazioni. Si effettua tra due persone che si porgono e si afferrano reciprocamente la mano destra. E’ un gesto molto antico e comune a numerose culture con possibili varianti.
L’origine del gesto risale a più di 5000 anni fa (come confermato anche da geroglifici egizi) esso rappresentava, come ancora oggi, segno di accordo o patti accettati tra uomini. Una forma di contratto controfirmato quindi e rispetto reciproco.
Fu una usanza che si diffuse facilmente per vari motivi storici, fu adottata dagli Assiri a seguito della conquista babilonese, successivamente in Grecia e a Roma era comune salutare stringendosi la mano afferrando l’avambraccio od il polso e stringendo fortemente.
In Nordafrica ancora oggi viene accompagnato dal gesto di portare la mano libera al petto.

A seconda degli usi, la stretta di mano è legata ad obblighi e divieti. Nel mondo occidentale è più frequente tra uomini; in culture che praticano ancora una rigida separazione dei sessi, è proibita o vista con sfavore tra persone di sesso diverso.

Semplificando sui vari significati storici, oggi la stretta di mano rivela molti tratti della nostra personalità e, impostazioni sbagliate, possono dare all’interlocutore una cattiva impressione.

Ma qual’è il modo più consono per dare la mano? Quale sarebbe l’impostazione più giusta per fare una bella figura?
Considerando che ognuno di noi, mediamente nella vita, fa questo gesto per almeno 15.000 volte, sarebbe il caso di farci un po’ di attenzione.