La memoria fotografica

20 Agosto 2009 0 di Elvio

Di solito per memoria fotografica si intende la capacità di ricordare cose e immagini utilizzando soprattutto il canale visivo.

Per esempio chi usa prevalentemente il canale visivo, dopo aver studiato un capitolo di un libro, sarà in grado di visualizzare nella mente, l’organizzazione dei paragrafi, la posizione delle immagini, i titoli ed anche interi stralci di testo. Chi usa invece prevalentemente il canale uditivo, codifica e memorizza il materiale da studiare prevalentemente ascoltandosi.

Ma esiste una vera e propria memoria ben più fotografica di quelle descritte, molto più rara e posseduta principalmente da bambini e preadolescenti, si chiama memoria eidetica.
Per capire se un individuo ha questo tipo di memoria, gli viene mostrata un’immagine non conosciuta e viene chiesto di osservarla con attenzione. Dopo 30 secondi l’immagine viene rimossa e si chiede al soggetto di riferire tutto ciò che ricorda di quella immagine. Ebbene, le persone con memoria eidetica, affermano di vedere ancora l’immagine e di poterne valutare ancora i dettagli e le diverse parti come se fosse ancora fisicamente presente.

L’identificazione di un eidetico sta nel fatto che parla al presente, quando risponde alle domande su un’immagine che non è più lì e che può ricordare con straordinaria accuratezza di particolari l’immagine originale.
L’immagine eidetica quindi, non è un’immagine postuma ed è diversa da una comune immagine visiva, questa non è controllabile volontariamente dal percipiente e, quasi sempre, si attenua e svanisce involontariamente pezzo dopo pezzo. Dura soltanto pochi minuti o frazioni di esso ed è possibile distruggerla (senza recuperarla mai più), semplicemente sbattendo le palpebre.

Sembrerebbero delle fotografie che restano davanti gli occhi ma non è così.
Chi può visualizzare immagini eidetiche infatti, pur essendo in grado di riportare dettagli estremamente numerosi e accurati, in molte circostanze altera alcuni elementi visivi e ne inventa di nuovi non presenti nell’originale. E’ quindi anch’essa una ricostruzione della memoria e può essere influenzata da altri ricordi, da distorsioni cognitive o aspettative.
A parte rare e note eccezioni, la maggioranza delle ricerche riporta l’assenza totale, di questa abilità nella popolazione adulta. Infatti la maggior parte delle persone identificate in letteratura come in possesso di imagery eidetico (memoria eidetica) sono bambini.

Il perchè tutto questo accade è sconosciuto, come nessuno sa come si sviluppa questa affascinante abilità e quali i meccanismi cerebrali che ne sono responsabili.
E’ stato scoperto però che, se una persona con propensione eidetica, verbalizza durante l’osservazione dell’immagine, questo interferisce con la formazione dell’immagine eidetica.

Se questo è vero, significa che gli adulti hanno maggiore probabilità di impedire la formazione di queste immagini anche se in realtà ne possiedono le capacità.
Un caso emblematico e molto famoso di memoria eidetica è quello di Franco Magnani.
E’ un pittore statunitense di origini italiane, definito anche l’artista della memoria. Emigrato giovanissimo da Pontito (piccolo paesino toscano), egli fu in grado di riprodurre su tela molti scorci e dettagli del suo paese parecchi decenni dopo averlo lasciato (e mai più visto).
Nel 1987 la fotografa Susan Schwartzenberg fotografò Pontito esattamente con le stesse inquadrature e con le stesse prospettive dei dipinti di Magnani, rivelando così l’impressionante precisione dei ricordi dell’artista. Li potete vedere in questa galleria di confronti (30 immagini).

Di Franco Magnani e della sua storia di uomo e di artista parlò anche il neuroscienziato Oliver Sacks nel suo libro “Un antropologo su Marte” del 1995.

Altro materiale sulla natura e la catalogazione delle immagini visive lo trovate su questo studio “Le immagini mentali. Natura e Funzioni” di Alessandro Antonietti, Professore ordinario di Psicologia Generale, Università Cattolica, Milano

Saluti

Fonte: Psicocafè