L'autarchia di facebook un perfetto sistema autoritario on line

25 Aprile 2010 0 di Elvio

Parte seconda (continua dall’articolo precedente)

… Prima di leggere questo pezzo ti consigliamo di leggere la prima parte dell’articolo che trovi qui.

Perché autarchia e regime

Ritornando al discorso come promesso, diciamo che nel complesso e articolatissimo regolamento (di cui fa fede solo quello inglese), Facebook ha inserito cavilli e regole che permetterebbe l’esclusione e la sospensione per qualunque attività si possa tenere nel loro portale.

I provvedimenti punitivi applicati sono:
Alienazione
Sospensione
Spionaggio
Favoritismi (e complicità)

Anche se ai più non è noto, Facebook ha implementati sulle pagine, strumenti di spionaggio, di controllo e di alienazione, con lo scopo di ricevere le segnalazioni di irregolarità direttamente dagli utenti, questo per sanzionare coloro che non sono allineati con le politiche di servilismo richieste. Gli strumenti, a prima vista innocenti, vengono attivati dallo stesso utente (Segnala/blocca questa persona, o Rimuovi dagli amici), altri sono addirittura automatici.

Già al momento di attivare un nuovo profilo il sistema impone delle regole ben precise che ci dovrebbe far storcere il naso:

E’ obbligatorio inserire dati veritieri sulle proprie generalità (tutti gli altri social consigliano un nick name)
E’ obbligatorio inserire una foto del viso originale (tutti gli altri consigliano un avatar o parti del corpo non riconoscibili)
E’ consigliabile inserire i propri gusti, la scuola frequentata, il num di tel, la via, ecc. (tutti gli altri optano per tener celati i dati sensibili)

Risulta una forzatura punibile quindi (anche se molti lo fanno) creare profili per usi commerciali con scambio e diffusione di informazioni e la diffusione pubblicitaria (non a pagamento) che non passa per i loro canali di accettazione.

Il provvedimento più grave che Facebook può prendere è l’alienazione (comunemente chiamato banning). E’ un provvedimento questo senza appello che viene attivato dagli amministratori di sistema facendo sparire completamente un account e cancellandone tutte le tracce create (attività, foto, contenuti e contatti anche regressi), sia al titolare che a tutti gli amici con qui l’alienato ha avuto scambi o contatti (comportamento simile al regime argentino con i desaparecidos).
Il banning può avvenire dietro segnalazione da altri utenti (spionaggio) o per atti di irregolarità accertata dagli amministratori o per violazione del regolamento.
Il provvedimento non permette appello né giustificazioni, qualsiasi forma di revisione (avanzata con richiesta scritta) viene puntualmente ignorata o respinta senza dare alcuna motivazione anche se richiesta (comportamento simile ai regimi medio orientali e cinesi).

I motivi possono essere tra i più variegati, ma i più frequenti sono:
utilizzo di foto considerate oscene, copiate o non originali, o non riguardanti la faccia originale del soggetto in home page.
eccessivo scambio di posta o comunicazioni non consone e considerate fastidiose agli altri
eccessive richieste di amicizia (che porta ad una sospensione da 1 a 5 giorni)

Nella mia piccola esperienza (di quasi 2 anni), ho attivato oltre 20 account su FB, in essi mi sono spacciato da commerciante, venditore, donna, esperto, ecc. in tutti questi falsi account non ho mai fornito informazioni salienti sulla mia persona, non ho mai dato opinioni in pubblico (ma solo privatamente via mail o chat) e non ho rivelato le mie abitudini, di contro non ho mai voluto sfidare il loro regolamento, ma in ogni caso sono stato bannato entro i primi mesi (questo valorizza il servizio spionistico dei privati).
Nonostante i contenuti e le numerose amicizie acquisite, ho tentato più volte di appellarmi con decisione o con tutte le mie scuse alla loro clemenza per riottenere l’account, ma non ho mai avuto riscontri favorevoli.

Diverso trattamento invece viene tenuto verso chi fornisce informazioni salienti (informatori del regime), chi inserisce foto di gruppo, chi scrive continuamente proprie opinioni in pubblico o stati d’animo, per questi profili si chiude sempre un occhio ed una foto soggetta a copyright o troppo sconcia, passa in secondo piano e viene tollerata; l’uso indiscriminato di mailing non viene punito ed altri peccati considerati gravi per alcuni, non vengono nemmeno guardati.

Concludendo, sono certo che queste gravissime commistioni di potere e controllo non sono assolutamente casuali, come non è casuale il silenzio colpevole da parte delle autorità (anche europee) verso un accentramento di potere così imponente e macroscopico. Questo può poter significare solo una cosa, semplice e limpida: conoscere le usanze dei cittadini fa comodo a molti.

Questo articolo è pubblicato su un portale privato ed indipendente
che ripete il contenuto anche sul nostro (anzi loro) profilo Stampolampo di Facebook e sul gruppo Stampolampo Blog, probabilmente non succederà nulla, ma sarebbe un bel segno di debolezza e di fastidio (per loro) se tra poco questo profilo venisse bannato. Provate a controllare!

Saluti a tutti.

Aggiornamento dell’11 maggio 2010

Ad ulteriore conferma del sistema chiuso, autarchico e controllato di Facebook vi indirizzo a questo link che descrive (questa volte con parole di altri) le assurde pretese commerciali di un regime destinato ad un futuro ed inesorabile collasso. Ad occhio assomiglia molto al comportamento di Google tenuto in Cina nello scorso mese!

Se non lo hai fatto leggi anche la prima parte dell’articolo che trovi qui