Ray Dolby: la storia dell’uomo che inventò il silenzio

4 Marzo 2010 0 di Elvio

Prima dello sviluppo dei sistemi audio digitali quindi dalla nascita del CD (nel 1979) da parte di un consorzio tra Sony e Philips, tutta la produzione audio (acquisizione e mixaggio) utilizzava supporti di registrazione più o meno evoluti basati su nastro magnetico (analogico).
Fu per questo motivo che (nel 1966) l’inglese Roy Dolby mise a punto il sistema Dolby A, un sistema professionale per la riduzione del rumore (che era la bestia nera delle riproduzioni audio analogiche di quei tempi) destinato alle società discografiche.
A quei tempi il disco in vinile (già microsolco) era piuttosto rumoroso, ma le case discografiche avevano bisogno di sistemi di alta qualità per riversare e rimaneggiare le molte tracce acquisite in sala di incisione. Voi capirete che aggiungere rumore a rumore (nei mixaggi) avrebbe portato ad incisioni scadenti e poco appetibili da un pubblico già inquadrato e indirizzato da diversi anni, verso il mito di un’Alta Fedeltà sempre più spinta (Hi-Fi appunto).

Non staremo qui a spiegare come questi sistemi funzionassero, ma possiamo semplificando dicendo che il sistema era piuttosto efficiente e fedele e riusciva a ridurre il rumore anche di 20 dB oltre la soglia dei tipici 60-65 db dei migliori sistemi magnetici che ne erano sprovvisti.
Il successo fu travolgente e, dopo poco, fu convinto (da Henry Kloss della KLH) a produrre anche una versione consumer del suo sistema di riduzione del rumore.
La nuova tecnologia fu chiamata Dolby B NR (noise Reduction) e già dal 1968 fu installata su molte apparecchiature di registrazione domestiche (basate generalmente su Compact Cassette). Anche qui il successo fu immediato e la tecnologia fu migliorata con altre due versioni: il Dolby C e il Dolby SR.
Di interessante, in questi sistemi, c’era di aver preservato una totale compatibilità verso il basso che permetteva, anche se non perfettamente, di poter riprodurre nastri con codifica dolby anche su riproduttori generici non provvisti di tali sistemi.

Dal 1974 Ray Dolby si dedicò al miglioramento del sonoro cinematografico adattando la tecnologia (ormai matura) del Dolby A anche per la pellicola, Callan fu il primo film in cui venne applicato.
Dal 1975 Ray volle fare ancora di più presentando il Dolby Stereo che, oltre alla riduzione del rumore, aggiungeva ulteriori canali audio (oltre ai tipici due della normale stereofonia), fu clamoroso: nei 10 anni successivi oltre 6000 sale cinematografiche nel mondo si attrezzarono con queste apparecchiature.
Anche qui il passo successivo fu ovvio e scontato: semplificare il sistema per implementarlo anche agli usi domestici. Fu così che nacque il sistema Dolby Pro Logic, Dolby Pro Logic II e IIx.

La tecnologia era ormai ottimizzata e non consentiva ulteriori miglioramenti, ma l’evoluzione della tecnologia richiedeva di andare oltre; fu così che anche Ray Dolby (nel 1992) passa al digitale ed inventò il sistema Dolby Stereo Digital (successivamente rinominato Dolby Digital). Inizialmente il sistema ebbe poca fortuna perché aveva totalmente perso la compatibilita con le tecnologie precedenti e richiedeva l’acquisto di apparecchiatura dedicate.
Ma tutto cambiò quando anche la tecnologia DVD-Video, che ormai era alle porte, adottò parte della sua tecnologia.
Attualmente il sistema Dolby Digital è adottata in quasi tutti i sistemi audio cinematografica a partire dalla TV Digtale, al DVD-Video, all’HD DVD e al Blu-Ray Disc, uno standard insomma.

Altre informazioni sui sistemi audio cinematografici

Nella foto vedete un ingrandimento del lato sinistro di una pellicola da 35 mm, la codifica Dolby Digital è inserita tra le perforazioni usate per il trascinamento (al cui centro prende posto il logo della doppia D del Dolby). Si possono notare anche le 2 tracce audio analogiche (in bianco su fondo nero) per riproduttori meno avanzati di solito codificate in Dolby Stereo SR da cui si possono ricavare anche i segnali per il canale surround e centrale).
A ridosso dei bordi (sia a destra che a sinistra), viaggia la traccia audio dedicata al Sony Dynamic Digital Sound; questa traccia (di cui la destra di solito è di back-up) contiene le informazioni per riprodurre otto canali digitali (7.1) basati sul sistema di compressione dati ATRAC.
Infine la traccia tratteggiata che rappresenta il canale DTS (Digital Theater System) dove il contenuto audio, contenente i sei canali digitali (5.1), è registrato su due Compact Disc (uno per tempo) sincronizzato con le immagini per mezzo di un segnale di Time Code, inciso appunto sulla pellicola. Utilizzando un processore aggiuntivo, il DTS-ES (Extended Surround), è possibile anche ricavare il segnale per sette canali (6.1) digitali più uno extra capace di pilotare uno speciale impianto luci di sala (facoltativo) sempre sincrono con la pellicola.

Per finire, ecco in sintesi, i principali sistemi Dolby riconosciuti come standard utilizzati fino ad oggi

Standard in audio analogico:

    * Dolby A-type Noise Reduction
    * Dolby B-type Noise Reduction
    * Dolby C-type Noise Reduction
    * Dolby Spectral Recording
    * Dolby S-type Noise Reduction

Standard in audio multicanale:

    * Dolby Stereo
    * Dolby Stereo Spectral Recording
    * Dolby Surround
    * Dolby Surround Pro Logic II

Standard in audio digitale:

    * Dolby Digital
    * Dolby Digital Surround EX
    * Dolby Digital Plus
    * Dolby E
    * Dolby TrueHD

Decoder e processori audio:

    * Dolby Surround Pro Logic
    * Dolby Surround Pro Logic IIx
    * Dolby Virtual Speaker
    * Dolby Headphone

Chi lo avrebbe mai detto che creare silenzio avrebbe portato tanta fortuna?
Saluti