A breve il segreto dell'invisibilità

6 Settembre 2008 0 di Elvio

Finora oggetti capaci di rendere invisibili esistevano soltanto nel mondo della fantascienza. Il mantello magico di Harry Potter, speciali vernici invisibili, le astronavi Klingon della serie televisiva Star Trek o il famoso uomo invisibile, oggi potrebbero però diventare realtà.

Secondo quanto scoperto da John Pendry e Ulf Leonhardt, rispettivamente del dipartimento di Fisica dell’Imperial College di Londra e dell’università scozzese St Andrews, si può riuscire ad ingannare la vista deviando le onde luminose e le altre radiazioni elettromagnetiche, facendole ruotare attorno all’oggetto.
Gli scienziati che hanno pubblicato lo studio spiegano, sulla rivista Science, che per riuscire in questa impresa è sufficiente avvolgere l’oggetto da nascondere con uno scudo speciale il cui guscio dovrà essere realizzato in un metamateriale (realizzato con nanotecnologie) capace di comportarsi come il mantello dell’invisibilità.
Nell’articolo è stata teorizzata una tecnica per mettere a punto questi materiali, costruiti con leghe di metallo, ceramica, teflon e fibre composite. Disegnati appositamente per deviare la luce visibile e girarvi attorno senza creare riflessi o ombre.

Si tratta di una tecnologia molto diversa dalla «Stealth», impiegata dai cacciabombardieri dell’aviazione militare USA. Quest’ultima, di fatto, non rende invisibile il velivolo, ma ne riduce la superficie rilevabile dai radar, rendendone molto difficile l’individuazione. I ricercatori, coordinati da Xiang Zhang, hanno dimostrato, per la prima volta, la possibilità di schermare alla vista oggetti tridimensionali, usando materiali artificiali che reindirizzano la luce.

L’invenzione potrebbe ora avere numerose applicazioni pratiche, comprese (ovviamente) quelle militari. Le ricerche sono condotte dall’Università californiana di Berkeley e sono finanziate dalle forze militari statunitensi e seguono alcune ricerche dell’equipe dell’Imperial College di Londra sui forni a microonde. Xiang Zhang, che guida l’equipe californiana spiega: «Nel caso di cappe o scudi dell’invisibilità, il materiale dovrebbe piegare le onde luminose completamente attorno all’oggetto, come l’acqua di un fiume che scorre attorno a una roccia».

Un osservatore, in quel caso, vedrebbe la luce che viene da dietro all’oggetto, facendo scomparire dalla sua vista l’oggetto stesso. Fin qui tutta teoria… noi, nel frattempo, rimaniamo a guardare, ma che cosa? Dove? Saluti.