La Legge di Murphy

1 Febbraio 2008 0 di Elvio

Credo che fu un giorno poco fortunato per Arthur Bloch (sembra sia lui l’autore) quando disse "se qualcosa può andare storto di sicuro lo farà". E da qui nacque in realtà la legge di Murphy vera e propria, che ha dato il titolo a tutto il pensiero murphologico, ne trovate una esposizione completa qui.

"Si tratta di un compendio di frasi umoristiche il cui intento è essenzialmente quello di deridere ogni negatività che il quotidiano ci propone.
Il meccanismo è ogni volta lo stesso: immagini e scenette frustranti, nelle quali è facile per molti ritrovarvisi, vengon descritte da Bloch con frasi didascaliche, confezionate spesso e volentieri in forma statistico-matematica, così da liberare il vissuto dal contingente, dal personale, e donargli un adito di validità universale.
Negli Stati Uniti la legge di Murphy è talmente famosa, da trovare posto nel Funk and Wagnalls Standard College Dictionary.
" (Wikipedia)

Da qui un interessante corollario al rovescio è che, se un problema è capace di aggiustarsi da solo, lo fa generalmente dopo che è stato dato l’allarme e sono state già messe in atto le risorse per cercare di risolverlo.  Dal che deriva che, in alcune situazioni, la soluzione migliore è aspettare senza muovere un dito. Il difficile, ovviamente è capirlo prima.

Ma veniamo al punto

La Legge di Murphy non è un motivo di rassegnazione. Al contrario, è uno strumento di conoscenza e di efficace progettazione, gestione e comportamento.

Se fingiamo di credere che esistano tecnologie, metodi o piani infallibili, siamo condannati a brutte sorprese.
Se invece, in qualsiasi progetto, teniamo conto dell’inevitabile presenza dei fenomeni di Murphy, possiamo impostarlo con la necessaria flessibilità, considerare gli errori e le circostanze impreviste come varianti probabili e non come sciagure.

Ringraziamo le leggi di Murhpy e cerchiamo di tener conto della sua brillante osservazione in tutto ciò che facciamo… Otterremo sicuramente migliori risultati e un notevole miglioramento della qualità della vita.

Lo so cosa volete dirmi: è più facile a dirsi che a farsi, ma credo sia meglio provarci, non credete?