Clipping e potenza dissipata

12 Febbraio 2008 2 di Elvio

Sugli amplificatori sembra si sia detto di tutto ed anche di più.

Però quasi mai si parla di interazione di questi apparecchi e gli impianti di diffusione in caso di clipping.

Vero anche che non è mai da contemplare il fuori regime di un impianto, ma tra i ragazzi che si vogliono bombardare con l’impianto di casa o in una festa domestica a tutto volume, il problema si pone.

Non mi voglio dilungare in terminologie tecniche, ma vorrei parlar semplice.

Se tralasciamo, per il momento, segnali negativi e diamo 10x il coefficiente di amplifivazione, un amplificatore può essere equiparato ad un alimentatore di potenza con tensione di uscita proporzionale al segnale che è in ingresso.

Cioè: con nessun segnale in ingresso avremo nessun segnale in uscita, – con 1 in ingresso avremo 10 in uscita con 2 in input avremo 20 in uscita … e così via.

Questa regola dovrebbe rimanere anche con 100 in ingresso per ottenere 1000 in uscita (o 500 in ingresso per avere 5000 in uscita), ma così non è per i limiti tecnici del sistema.

Il primo problema è la dinamica: non ci possiamo aspettare da un dispositivo elettronico, alimentato al suo interno da 100 volt 1000 volt in uscita, perché solo 100 volt ci potrà ridare.
Quando il segnale in uscita non riesce a seguire le richieste di amplificazione provenienti dal segnale di ingresso si arriva al clipping che corrisponde alla saturazione di dinamica di un amplificatore.
E’ un po’ come voler portare un peso più in alto della stessa gru.

Lo stato di clipping, benchè verificabile già ad orecchio (poerché viene percepita da una forte distorsione dinamica), non provocherebbe grossi problemi all’amplificatore, anzi, in teoria si riduce il calore che dovrà dissipare e quindi lo sforzo elettrico. Però il clipping aggiunge inutili e pericolose sollecitazioni ai diffusori che, ricevendo dei segnali sostanzialmente quadrati porta a generare grandi quantità di calore sulle bobine degli altoparlanti.

In una condizione continuativa e prolungata potrà provocare oltre al surriscaldamento, anche la deformazione o la fusione perché, ormai fuori regime non riusciranno a dissipare troppa potenza.

Estrapolando il discorso ed agganciandomi a quanto scritto sulle pagine di elettroacustica di Multimaster e seguenti, anche se sembra una follia, sarà molto più sicuro pilotare i nostri diffusori con amplificatori di potenza di molto superiore alla potenza di targa dei diffusori stessi.

Questa regola offre numerosi vantaggi.

Dal lato amplificatore:
– molta più dinamica a disposizione
– amplificatore meno sollecitato
– una buona riserva di energia per i transitori più incisivi dei bassi.

Dal lato diffusore invece:
– movimento delle membrane molto meglio controllato
– minore calore da dissipare (dovuto a minori distorsioni armoniche e dinamiche)
– riserva di potenza più pulita e disponibile per i bassi.

Chi non è d’accordo, prego contesti.