Bass reflex che soffiano potenza

10 Febbraio 2008 0 di pr

Immaginiamo un signore assai compiaciuto dal fatto che i suoi capelli posti di fronte alla porta reflex di un diffusore siano investiti da un flusso d’aria piuttosto pronunciato.

Tutta questa potenza a guardar bene altro non è che un clamoroso errore sul calcolo della porta reflex.

Vi chiederete ma perché mai? Semplicemente perché il condotto reflex è solo un tubo di dimensioni precise contenente una certa quantità d’aria che in una particolare condizione perde il suo equilibrio meccanico e tende ad oscillare avanti e dietro nel tubo.

A livello acustico ne risulta un’onda di pressione monotona "accordata" (per questo si parla di accordo reflex) ad una frequenza desiderata, che nelle intenzioni di progetto va a sommarsi alla risposta tipica dell’altoparlante, in modo da avere un incremento del livello di uscita nell’intorno della naturale caduta di risposta dell’altoparlante in questione.

In pratica trattasi di un semplice risonatore di Helmotz usato al rovescio con la cassa del diffusore come cavità.

La frequenza di risonanza dipende dalla densità (massa) del gas presente, dalla lunghezza del tubo, dal suo diametro e dai volumi tra i quali il tubo si affaccia, più o meno come una canna d’organo; a parità di frequenza di accordo aumentare il diametro significa allungare il tubo, conseguenza spiacevole per un progettista che spesso fatica a farlo entrare dentro il diffusore.

Fatica non del tutto inutile, dato che tanto maggiore sarà il diametro del tubo e tanto minore sarà l’influenza della perturbazione provocata dai cambiamenti di pressione dovuti al moto della membrana dell’altoparlante che anch’essa si affaccia dentro la medesima cavità.

Usando un tubo di dimensioni esageratamente piccole rispetto al diametro della membrana, la pressione che questa crea all’interno della cavità sarà compensata da un transito di aria nel tubo a velocità tanto maggiore quanto minore sarà il diametro del tubo.