Nel '50 nasceva il telecomando

16 Dicembre 2010 1 di Elvio

Tutti sanno che il telecomando è un dispositivo elettronico che consente di inviare segnali per controllare uno o più dispositivi situati a distanza e ormai tutti lo usano. E’ in genere alimentato a pile, di piccole dimensioni, leggero, organizzato ergonomicamente per essere tenuto in una mano, per essere facilmente utilizzato e spostato.

Attualmente i telecomandi vengono applicati ed implementati in una infinità di dispositivi in ogni settore, da quella domestica a quella industriale passando per la sicurezza, l’antinfortunistica, la medicina, il modellismo, le applicazioni spaziali, militari e molto altro ancora. Ormai oggi, ovunque vi sia la possibilità di controllare un dispositivo, quasi sempre esiste un telecomando che può inviarne i comandi anche da remoto; questi piccoli terminali offrono molteplici funzionalità implementatabili con tasti, controlli lineari o cloche che permettono un controllo agevole, affidabile e sicuro del dispositivo da manovrare a distanza.

La storia

Quello di Eugene McDonald era anche un interesse personale perché odiava la pubblicità televisiva e riteneva che tutti i telespettatori fossero dello stesso suo parere, era anche convinto che si trattasse di una moda passeggera e che ben presto, gli spot commerciali sarebbero spariti dai teleschermi perché la TV commerciale non avrebbe avuto futuro (pensate un po’ se vedesse ora!).
Nel frattempo che la moda degli spot terminasse, voleva un congegno che permettesse al telespettatore di regolare il volume e di cambiare canale della tv senza alzarsi dalla poltrona (oggi son cambiati i tempi e gli spot, ma non certo i vizi).

Il signor Eugene Polley, nei primi anni del 1950, era un semplice magazziniere alla Zenith Electronics di Chicago (all’epoca un colosso industriale produttore di radio e TV). Pare fosse dotato di grande intuito, tanto da inventarsi uno strumento (che chiamò Flashmatic) che era in grado di controllare il televisore a distanza: fu il primo telecomando a segnali luminosi della storia. Era molto rudimentale, i suoi circuiti non erano protetti e bastava che un raggio di sole sfiorasse il televisore per mandarlo in tilt. Polley però, per la sua trovata, fu compensato con 1.000 dollari e molte congratulazioni da parte del presidente della Zenith, Eugene McDonald.

La Zenith (ed in particolare il suo presidente), in attesa di progetti affidabili, nel 1956 mise a punto un prototipo di telecomando chiamato space command (in foto). Il suo nome era piuttosto promettente, ma non era altro che un controllo remoto, una tastiera che inviava i segnali di controllo tramite un filo al televisore. Il sistema di certo appagava di senso di onnipotenza e di controllo che già esigeva l’americano medio, ma era poco pratico perché il filo di collegamento era comunque fastidioso e piuttosto scomodo.

Il presidente McDonald era già fiero del suo telecomando, ma voleva togliere il fastidio del filo che comunque poteva far inciampare, raccoglieva polvere e sporcizia e si intrecciava continuamente.

Una soluzione ovvia e di classe era di migliorare la tecnologia wireless di Polley. Diede quindi incarico a Robert Adler, assistito dallo stesso Eugene Polley a progettare un nuovo sistema. Il nuovo telecomando (per le via delle fissazioni di McDonald) non doveva funzionare a pile (temeva che, una volta che queste fossero esaurite, i clienti sarebbero andati su tutte le furie ritenendo che l’intero apparecchio televisivo si fosse guastato) e doveva emettere un qualcosa di percepibile dall’uomo (tipo luce o suoni) altrimenti, pensava, la gente non avrebbe capito se il telecomando funzionasse o meno.

L’ingegnere Robert Adler era un prolifico inventore e, nel corso della sua carriera, collezionò ben 180 brevetti in vari settori. Egli, conoscendo bene le fissazioni del presidente, ignorò quasi tutte le sue direttive, ma riuscì comunque a creare un dispositivo molto funzionale che toglieva l’audio, cambiava il canale e accendeva e spegneva il televisore con un dispositivo autonomo effettivamente senza pile.
Alla fine, nell’autunno del 1956, portò a termine e brevettò il suo progetto: era un complicato sistema ad ultrasuoni basato sulla percussione di alcune barrette di alluminio tramite dei martelletti attivati da una tastiera. Il meccanismo però era pesante e non ebbe gran seguito.

Poco dopo il telecomando venne dotato di circuiti elettronici e di batterie e così modificato ed alleggerito, il dispositivo ebbe un grandissimo successo e contribuì decisamente alla diffusione dei televisori e alla proliferazione dei divani davanti agli apparecchi televisivi nelle case americane.

Successivamente i sistemi si sono ancor più raffinati implementando funzionalità sempre più sofisticate e dimensioni sempre più ridotte: gli ultrasuoni sono stati quasi completamente soppiantati da sistemi a raggi infrarossi (i più comuni), a radiofrequenza, a microonde o laser. Le emissioni si sono evolute e sono state codificate in modo da non essere intercettate o da non creare interferenze con altri comandi o altri apparati. Quindi siamo velocemente arrivati ai giorni nostri. Un saluto.