Le batterie al sale: una grande promessa ecologica

9 Dicembre 2011 1 di Elvio

Era il 2009 quando a Montecchio Maggiore, suo quartier generale, la FIAMM lancia una sfida: riuscire ad alimentare con una sola batteria, ben settanta abitazioni per sette ore di seguito.
Il progetto della batteria al sale in realtà era partito già nel 2005 e 12 persone hanno lavorato costantemente e stabilmente al progetto.

E’ una tecnologia per l’accumulo di energia elettrica che permetteva dimensioni e capacità nettamente inferiori rispetto ai sistemi a base di piombo e circa la metà dei moderni sistemi al litio assolutamente non inquinante ed ecologica.

Stefano Dolcetta, amministratore delegato del gruppo vicentino, sa bene che l’interesse per il nuovo prodotto non manca.
“Queste batterie, spiega, hanno una efficienza che si mantiene eccellente anche a temperature estreme (quelle al piombo molto meno). E’ per questo che i locali che ospitano server e centri dati devono essere costantemente climatizzati, causando un alto consumo di energia per le aziende. Alla luce dei vincoli sulla riduzione i inquinanti e sul consumo di energia previsti dal protocollo di Kyoto, è evidente che poter disporre di accumulatori che non hanno bisogno di climatizzazione, permette un taglio netto nei consumi e nei costi”.

Fondata nel 1942 e leader nella produzione di accumulatori per auto e per uso industriale, la Fiamm non si è fermata qui: ad oggi è tra i protagonisti mondiali del futuro dell’auto ecologica. Il forte impegno nello sviluppo di tecnologie innovative nel reparto batterie auto.

Le batterie al sale sono una tecnologia che si va sempre più consolidando nel settore della trazione elettrica e presentano notevoli potenzialità anche in altre applicazioni, come ad esempio nel settore della generazione e la distribuzione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, grazie alla loro capacità di accumulare grandi quantità di energia senza generare inquinanti.

Coerentemente con l’idea di auto elettrica a zero emissioni, anche la batteria al sale è amica dell’ambiente:
– utilizza semplice sale da cucina
– ha un peso notevolmente ridotto (anche rispetto a sistemi al litio)
– non richiede manutenzione
– ha grande autonomia
– è insensibile alle temperature esterne
– i suoi componenti sono completamente riciclabili.

Fonti rinnovabili

La potenza sviluppata dai generatori solari o eolici è largamente dipendente dall’irraggiamento solare e dalle condizioni ambientali dovute a situazioni climatiche non prevedibili e mai costanti.

Gli accumulatori elettrici sarebbero il mezzo in grado di permettere lo stoccaggio di questa energia prodotta e permetterne il rilascio nel momento in cui il sistema di generazione non garantisce più l’erogazione sufficiente.
Il problema è che la tecnologia di accumulo elettrico, benché esista da più di 150 anni, non si è evoluta allo stesso ritmo delle altre tecnologie.
Ancora oggi le batterie al piombo, le più utilizzate a scopo di back-up di energia, occupano molto spazio, sono pesanti, costose, inquinanti, richiedono manutenzione e sono sensibili alle temperature esterne. Sono montate in tutte le nostre auto e tutti abbiamo sperimentano che si ammalano d’estate e muoiono d’inverno.

Gli accumulatori al sodio cloruro di nickel, detti batterie al sale, si sposano perfettamente con queste tecnologie ed hanno da parte loro notevoli vantaggi:
– l’utilizzo di una materia prima largamente disponibile (il sale comune)
– l’uso di componenti riciclabili
– l’estrema affidabilità
– l’assenza di manutenzione.
Anche i materiali utilizzati per la loro fabbricazione sono riciclabili e ad impatto zero. Inoltre le reazioni elettrochimiche che avvengono in queste batterie (a circa 270 ºC), sono insensibili alle temperature esterne e non causano corrosioni.

Tecnologie portatili

Su questo fronte sembrerebbe che la Sumitomo Electric Industries abbia raggiunto un nuovo importante risultato tecnologico, realizzando un nuovo tipo di batterie capaci di offrire performance maggiori e costi ridotti rispetto alle odierne batterie agli ioni di Litio.

In realtà il principio alla base di questa idea non è particolarmente innovativo, ma è notevole il risultato di aver trovato il giusto elemento in grado di sostituire (e superare) il Litio. Sfruttando il sodio infatti la temperatura necessaria a mantenere lo stato liquido è molto più bassa, inoltre la densità di energia a disposizione raddoppia. Come se non bastasse anche i costi si abbattono, infatti le nuove batterie costerebbero solo il 10% rispetto a quelle attuali (circa 240$ per kWh).

Queste nuove batterie a “sale fuso” dovrebbero arrivare in commercio nel 2015 e potrebbero finalmente soppiantare le attuali batterie al litio (ormai presenti praticamente ovunque), aprendo nuove prospettive di autonomia per i dispositivi portatili quali telefoni cellulari, notebook, tablet, ecc).

Un saluto