La felicità in 7 semplici passi

15 Settembre 2010 0 di Elvio

Tutti, in teoria, sappiamo cosa sia la felicità, tutti la pretendiamo, molti la vedono come un sogno da raggiungere.
Ma sappiamo veramente cosa sia? Cosa ci aspettiamo? Sappiamo come ottenerla?

Spesso sono proprio i nostri atteggiamenti ad ostacolare la felicità, impedendoci di riconoscerla e di viverla.

Queste sono le convinzioni sbagliate che rovinano il buonumore:
“La felicità è un mito, una leggenda: tutti ne parlano ma pochi l’hanno davvero conosciuta, pochissimi sono così fortunati da assaporarla a lungo…”. In pratica si pensa che la felicità sia un fattore esterno a noi, che debba essere ricercata, ma che raramente la nostra caccia vada a buon fine.

E se fosse tutto sbagliato? Proviamo a pensare che la felicità non sia un premio o un trofeo da conquistare o da meritare.
Studi scientifici dimostrano che il nostro cervello è programmato per produrla continuamente. In ogni momento, mentre noi rincorriamo pensieri, obiettivi, progetti, il cervello si sta predisponendo per creare una condizione di pienezza e di soddisfazione, che non dipende dalle circostanze esterne e non ha scadenza temporale. Il cervello tende sempre all’equilibrio mantenendo continuamente attive le centraline del piacere e della gratificazione. Esso secerne endorfine e neurotrasmettitori, come la serotonina (responsabile di una sensazione di benessere e felicità).

Ma allora perché la felicità sembra tanto rara?
Nonostante il cervello sia sempre pronto a generare felicità, nell’esperienza di molte persone sono soprattutto gli stati d’animo negativi ad avere il controllo: ci facciamo invadere da preoccupazioni, ansie e brutti pensieri che si radicano ed infestano la nostra mente. Quindi se vogliamo sfruttare appieno il nostro potenziale di felicità che il nostro cervello secerne, dobbiamo aiutarlo col giusto atteggiamento.

Però vi sono anche le convinzioni sbagliate che la ostacolano. Siamo convinti che la felicità dipenda dall’esterno, così la cerchiamo dove non c’è, guardiamo con diffidenza le persone che pur avendo poco, si dicono felici. Si pensa che siano loro ingenue e di poche pretese. In realtà siamo noi che sbagliamo perché ci facciamo convincere dall’idea che non si può essere felici se si è soli, con pochi mezzi, senza una bella casa o un lavoro gratificante. Invece sono le condizioni che ci imponiamo a renderci insoddisfatti: siamo sempre alla ricerca di qualcos’altro e non vediamo quello che abbiamo davanti a noi.