La cura dei tumori col Metodo Di Bella

13 Giugno 2011 2 di Elvio

Sicuro e felice di infastidire le multinazionali farmaceutiche mondiali, voglio mostrarvi alcuni recenti articoli sul famoso Metodo Di Bella per la cura dei tumori. Un metodo che fu molto contestato e dichiarato inefficace ed invece si dimostra estremamente valido.

Ma prima una breve storia.

Luigi Di Bella, nasce a Linguaglossa (Catania) il 17 luglio 1912 e muore a Modena, 1 luglio 2003 è stato un insigne medico italiano.

E’ salito alla ribalta delle cronache a causa di una sua controversa cura contro il cancro, il cosiddetto metodo Di Bella. Negli anni fra il 1997 e il 1998 fu oggetto di una grande attenzione da parte dei mass media italiani. La sua casa, a Modena, fu praticamente assediata da un grande numero di ammalati di cancro alla ricerca di una eventuale terapia efficace contro la loro malattia.

La sperimentazione condotta nel 1999 dal Ministero della Salute sancì la sostanziale inattività (cioè l’inefficacia terapeutica) del cosiddetto “multitrattamento Di Bella”

Di Bella entra nel 1939 nell’istituto di fisiologia umana dell’Università di Modena, da dove va in pensione, quale professore associato, nel 1984. Luigi Di Bella inizia le sue ricerche sul cancro nel 1963; nel 1967 inizia la sperimentazione su alcuni pazienti. Il nome del ricercatore era balzato agli onori delle cronache già alla fine del 1973, quando tenne una conferenza sulle sue ricerche e sui primi esiti clinici (relativamente, allora, a patologie ematologiche trattate con la collaborazione dell’ematologo Edoardo Storti) su invito di Domenico Campanacci, clinico medico del tempo. La notizia venne ripresa da numerosi quotidiani nazionali ed esteri. Nell’agosto 1974 tenne una relazione sulle sue ricerche al congresso mondiale di fisiologia di Nuova Delhi.

Nel 1977 introduce nella sua multiterapia l’uso della somatostatina, in modo da curare anche i cosiddetti “tumori solidi”. Nel 1989 viene presentato ufficialmente anche questo nuovo metodo di cura, Di Bella afferma di poter prevenire la formazione della metastasi.

Fra il 1997 e il 1998 fu oggetto di una grande attenzione da parte dei mass media italiani. Il suo studio-laboratorio, a Modena, fu praticamente assediato da un grande numero di ammalati di cancro alla ricerca di una terapia efficace.

La sperimentazione condotta dal Ministero della Salute si concluse, nel novembre 1998, con una dichiarazione di non comprovata efficacia del suo metodo terapeutico, provocando peraltro contestazioni da parte dei sostenitori del fisiologo catanese. Tali risultati furono ritenuti comunque conclusivi dalle istituzioni sanitarie.
(tratto da Wikipedia)

Dalla sua morte il figlio Giuseppe, fortemente arrabbiato contro il Ministero della salute ed i ricatti delle multinazionali del farmaco, ha voluto continuare la strada intrapresa dal padre seguendo alla lettera tutti i protocolli e dimostrando che le intuizioni e le cure farmacologiche di Luigi Di Bella sono efficacissime e promettenti.

Sperando di sensibilizzare e diffondere queste notizie riportiamo integralmente un recente studio di Giuseppe Di Bella pubblicato su Scienza e Conoscienza poi, di seguito, un bell’articolo di Maurizio Fiumara pubblicato su Cronache Laiche che chiarisce i molti lati positivi del Metodo Di Bella (MDB) e la schifosa mercificazione del dolore e dei lutti eseguita dalle aziende farmaceutiche e dal Ministero della Salute ai nostri danni. Chi è interessato prego faccia circolare.

___________________

Metodo Di Bella e carcinoma mammario: ultimi aggiornamenti
di Giuseppe Di Bella

Metodo Di Bella e carcinoma mammario: casi di tumori solidi scientificamente documentati, di guarigione completa e stabile ottenuta unicamente con il metodo Di Bella, senza alcun intervento chirurgico, chemioterapia o radioterapia. Relazione e riflessioni maturate durante il 4º Congresso Mondiale di Oncologia, “BIT’s 4th World Cancer Congress 2011, World EXPO Center, di Dalian in Cina…

Ho voluto presentare personalmente i risultati ottenuti dallo studio osservazionale retrospettivo riguardante 122 casi di “carcinoma mammario”, 92 dei quali riguardanti pazienti giunti in cura allo studio medico della Fondazione – di cui abbiamo valutato caratteristiche istologiche, immunoistochimiche, grado nucleare, differenziazione, esami ematochimici, efficacia terapeutica (valutando Remissione/Stabilità/Progressione) performance status, e sopravvivenza a 5 anni rapportata alla stadiazione, secondo l’American Joint Committee on Cancer Staging 7 th – e di 30 cartelle cliniche che hanno ottenuto da tribunali l’erogazione gratuita del MDB per perizie giurate di CTU che avevano certificato risultati superiori, con MDB, rispetto alle terapie tradizionali, nelle stesse patologie e stadi.

I nostri dati rappresentano significativi miglioramenti sia della sopravvivenza per ogni stadio, sia della risposta obiettiva e della qualità di vita, rispetto ai parametri riscontrabili in letteratura per gli stessi stadi, istotipi e gradi, trattati con chemio-radioterapia-anticorpi monoclonali.

I risultati sono sintetizzati nella schede pubblicate sul sito della Fondazione:
Presentazione al “BIT’s 4th World Cancer Congress 2011, World EXPO Center, Dalian (Cina).

Un dato significativo:
la “5 years Survival Rate” (sopravvivenza osservata a 5 anni dalla diagnosi) per tumori al IV stadio (metastatici), risulta del 50% con MDB rispetto al 19,9% diffuso dal National Cancer Institute attraverso il progetto SEER relativo al periodo 1999-2006.

Particolarmente rilevante il dato nei casi clinici (9) allo Stadio I e II (stadio iniziale) che in precedenza non avevano subito alcun trattamento, né terapeutico, né chirurgico.
UNICAMENTE trattati con MDB (terapia di prima linea) il 100 % ha registrato una risposta positiva (remissione) – nella letteratura scientifica non esistono casi di tumori solidi risolti unicamente con terapie farmacologiche.
Oltre all’importanza del risultato in sè, unico nel suo genere, un’ulteriore valenza potrebbe essere acquisita dalla considerazione che tale trattamento, se adottato come terapia di prima linea nella prassi clinica, consentirebbe praticamente di “azzerare” i rischi di disseminazione neoplastica, potenzialmente insiti nella pratica chirurgica, ed evitare infine alle pazienti un’intervento di asportazione che viene vissuto, nella stragrande maggioranza dei casi, come una vera e propria amputazione.

Analogamente, il gruppo di pazienti (39) allo stadio iniziale che ha utilizzato il MDB come terapia adiuvante (quindi dopo l’intervento operatorio, e a scopo preventivo di recidive) ha registrato il 94% di remissioni (38 casi su 39). L’unico caso di progressione si è verificato in una paziente che, dopo due anni di cura, ha interrotto bruscamente, e di propria iniziativa, il trattamento terapeutico, vanificando i risultati fino a quel momento ottenuti ed esponendosi così alla ripresa della malattia.

I dati ottenuti rivelano risultati indiscutibilmente positivi e statisticamente superiori alle medie documentate dai diversi archivi statistici nazionali e sovranazionali.
Anche considerando il fatto che gli indicatori e gli indici statistici, in quanto tali, sono affetti da una loro variabilità ed imprecisione (tanto più quanto ristretto risulta il numero delle singole rilevazioni su cui sono basati), risultano comunque rilevanti gli scostamenti rispetto alle diverse medie statistiche “ufficiali” per tutti i parametri analizzati e, in maniera ancora più evidente e rilevante, per i risultati terapeutici ottenuti.

RIFLESSIONI
Scorrendo e analizzando il “Programma” del congresso è possibile rendersi conto che la generalità dei lavori presentati non è caratterizzato dalla presentazione di nuove molecole di pronto impiego ma solo diverse combinazioni di chemioterapici, oppure di anticorpi monoclonali variamente associati a chemioterapici, o l’uso contemporaneo di due diversi anticorpi monoclonali, senza alcun reale e significativo incremento delle mediane di sopravvivenza.
La classe medica oncologica sembra “impantanata” in una ricerca affannosa di soluzioni “mirate” ad intervenire su singoli e marginali meccanismi di genetica cellulare, e quindi estremamente limitati, piuttosto che acquisire definitivamente i concetti basilari, e quindi le modalità terapeutiche da contrapporvi, che stanno alla base della genesi (mutazioni) e dello sviluppo successivo (proliferazione) delle popolazioni neoplastiche.
D’altronde è perfettamente comprensibile, poiché sostanzialmente tutta la ricerca è portata avanti e finanziata dalle multinazionali farmaceutiche che hanno il solo scopo di sviluppare brevetti.
Da decenni ormai vengono solamente quindi presentati “lavori” scientifici su nuovi farmaci (pochi) o diverse loro associazioni nei trattamenti, che suggeriscono potenziali miglioramenti terapeutici che si traducono sostanzialmente in un prolungamento della sopravvivenza solo di qualche mese.
Sembra addirittura che nell’inconscio collettivo del clinico, o del ricercatore, sia stata abbandonata per sempre l’idea di guarigione.
Mi sono reso pienamente conto di ciò allorquando ho presentato i nostri dati, e ho potuto verificare oltre al notevole interesse nella platea, anche lo sbalordimento di alcuni, quasi annichiliti.
Abbiamo fatto emergere l’assoluta rilevanza clinica e scientifica, il dato innovativo in oncologia, dei primi casi di tumori solidi scientificamente documentati, di guarigione completa e stabile ottenuta unicamente con il metodo Di Bella, senza alcun intervento chirurgico, chemioterapia o radioterapia.
Un’occasione di reciproci scambi positivi, anche extracongressuali, e della quale posso ritenermi personalmente soddisfatto, se non altro per la curiosità scientifica che le nostre relazioni hanno destato e la disponibilità ottenuta ad allacciare ulteriori rapporti collaborativi.
Spero che il nostro impegno contribuisca a risvegliare la coscienza a questa umanità addormentata dall’ipnosi indotta dai perversi meccanismi commerciali.
Una buona “semina”, in questa occasione, penso sia stata fatta.

NOVITA’ DELL’ULTIMA ORA !!
Appena tornato a Bologna ho cercato, attraverso i miei consueti canali informativi, di portare all’attenzione della stampa nazionale il risultato ottenuto. Ho potuto constatare però un’immediato e inaspettato “blocco”, attuato sicuramente attraverso intimidazioni o censure, nei confronti di quei pochi giornalisti che generalmente erano disponibili a concedermi qualche spazio all’interno delle loro testate. Il messaggio ora è chiaro.
Non è più il caso quindi di parlare di Metodo Di Bella, almeno in Italia.

Sempre vostro
Giuseppe Di Bella

___________________

Il metodo Di Bella funziona (ma non ‘conviene’)
di Maurizio Fiumara

Al tempo fece molto scandalo, e fu screditato dalla medicina ufficiale in modo così aspro che nemmeno il dubbio su eventuali tornaconti trovò più spazio. Il caso era chiuso.

Ma il lavoro dell’equipe Di Bella non si è mai interrotto e a distanza di trentadue anni dalla prima pubblicazione del professore, il Metodo Di Bella (MDB) è più in forma che mai.

L’eccezionalità del metodo deriva in particolar modo dal fatto di essere in grado di risolvere da solo, totalmente e stabilmente, tumori maligni non operati, né sottoposti previamente a chemio o radioterapia, unico caso di terapia alternativa a quella ufficiale che abbia dato, finora, esiti così positivi.

I risultati della sua applicazione, pubblicati su riviste medico-scientifiche internazionali, anche grazie alla umile caparbietà del figlio medico Giuseppe, sembrano davvero consistenti. Purtroppo, non riescono ad oltrepassare la prepotente barriera degli immensi e obliqui interessi finanziari, al punto da impedire che i prodotti del prof. Di Bella vengano dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale.

Dal sito dedicato al metodo si possono visionare tutti i documenti, autorevoli, che attestano l’assoluta efficacia della terapia.

Diversi sono i congressi che continuamente richiedono la presenza del dott. Di Bella perché possa illustrare metodo e aggiornamenti, le cui relazioni sono ogni volta sottoposte a verifica di comitati scientifici, composti anche da premi Nobel come il prof. Andrew Schally (Nobel per la Medicina, 1977).

Nel congresso del 24 giugno 2010 ad esempio (solo poco più di due mesi fa) nessuno nel pubblico dibattito e nel confronto congressuale ha potuto o saputo contestare nulla delle basi scientifiche, del meccanismo d’azione, dei risultati clinici ottenuti. La statistica di 553 casi è stata accettata, valutata attendibile, presentata e pubblicata, rilevando alcuna tossicità significativa in tutti i casi trattati.

La terapia, dunque, non solo sembra funzionare, ma addirittura non produrrebbe effetti collaterali, come minimo fastidiosi, provocati, invece, dalla chemioterapia.

E’ bene ricordare che “scopo del MDB è cercare di superare l’elevata tossicità e la limitata efficacia delle attuali terapie mediche del cancro valorizzando molecole biologiche di elevata efficacia e bassa tossicità oggi sottovalutate in oncoterapia, il cui documentato effetto antitumorale è esaltato dal reciproco sinergismo”.

Quanto alla medicina ufficiale, i numeri indicano che la sopravvivenza al tumore maligno è essenzialmente dovuta alla chirurgia, il cui riscontro è del 29% a cinque anni, di cui solo il 2,5% è dovuto alla chemio. Riviste specialistiche autorevoli confermano la sostanziale inefficacia della chemioterapia. Ma questo “infelice” dato viene volutamente censurato nelle statistiche oncologiche diffuse al pubblico.

Inoltre è da sapere che, generalmente e secondo un criterio internazionalmente condiviso, per risultati inferiori al 30% di esito positivo una cura si ritiene inutile, ed è noto alla comunità scientifica che solo il 2% dei malati trattati con chemio sopravvive cinque anni e appena l’1%, dieci.

Allo stesso tempo, in Italia, la chemioterapia produce un fatturato annuo di 1.341 milioni di euro su 4.142,6 di spesa complessiva per i farmaci, ovvero un bel 32,37% di tutta la spesa dedicata (Rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Registro farmaci oncologici sottoposti a monitoraggio, Rapporto 2007, p. 5) nonostante risultati così deludenti. Peccato che la metà dei pazienti muoia lo stesso di tumore, dopo i cinque anni, senza considerare l’alta mortalità (11%!) causata proprio dalla somministrazione chemioterapica in sè in alcuni casi di malattie linfoproliferative.

Ad inizio 2010 si è svolto nella Repubblica di San Marino, perché unico luogo dove la terapia Di Bella veniva erogata gratuitamente, il congresso dal titolo “Terapia Biologica delle patologie neoplastiche e degenerative”, alla presenza di luminari di fama internazionale provenienti da ogni parte del mondo, tra cui il prof. Lissoni, artefice di oltre cinquecento pubblicazioni ed insignito del National Cancer Institute, il premio più prestigioso dopo il Nobel, da cui è emerso il legame quantitativo tra medicina e profitto, e quanto di questo sia doloso, oltre alla volontà da parte di centri d’interesse di tenere all’oscuro l’opinione pubblica attraverso un controllo minuzioso della stampa specialistica, e alle intimidazioni a cui sono sottoposti i medici che non si attengono alle linee guida suggerite nei reparti di oncologia italiani, oltre a porre il divieto ai medici che lavorano in ospedale di prescrivere quei farmaci anche se su richiesta specifica dei pazienti.

Come pure da una interessante intervista di Sabrina Giannini per Report risulta chiaro come la medicina ufficiale faccia ostruzionismo per mantenere intatti i centri di potere, screditando chiunque tenti di cambiare lo stato delle cose.

Chi non è specialista non è in grado di capire quanto di vero e falso ci sia nelle affermazioni di entrambe le parti, e speculare su questa discriminante è scorretto. Resta, però, evidente che lo spazio per un concetto di medicina a misura d’uomo, biologica, fisiologica, scientifica, etica, contrapposta alla medicina commerciale e speculativa oggi è diventato possibile.

Forse sarebbe il caso di riprendere la questione in maniera più matura di quanto sia stato fatto dodici anni fa.

A vantaggio di tutti.

Maurizio Fiumara

Un filmato esplicativo proposto da un lettore …


Per finire vi segnalo il sito metododibella.org dove, in fondo, è esplicitamente scritta questa frase:
“In memoria del Prof. Luigi Di Bella, padre della terapia nota come Metodo Di Bella”

Anche noi, con questo articolo, abbiamo voluto onorare il lavoro di questo grande uomo e ridare speranze a tutti coloro che hanno a che fare con questo male. Saluti