Il guardaroba democratico

7 Settembre 2012 1 di Elvio

E’ ormai boom della moda a bassi prezzi: anche gli italiani si sono accorti che è possibile vestire bene stando attenti al portafoglio.

Si sente parlare di folle scatenate che si accalcano per la vendita, in edizione limitata, di un qualche pezzo di abbigliamento o accessorio ambìto ed a prezzo speciale. Ma sono spesso operazione commerciali che coinvolgono marchi noti con operazioni che più che altro servono per far parlare di loro ed esaltare il passa parola, ad un costo pubblicitario praticamente irrisorio, ma di fatto non risolvono il problema dei costi eccessivi dell’abbigliamento.

La ricetta è semplice:
proporre un capo (o un accessorio) di abbigliamento molto richiesto a un costo ridottissimo creando così interesse ed attenzione sul marchio e sull’accaparramento perché diffuso in quantità limitata. Il successo, quasi sempre è buono, perché si crea una forma di sfida o di caccia al tesoro tra soggetti che vogliono assolutamente arrivare all’acquisto prima di altri.
Insomma casi clinici di imbecillità sociale ed umana su cui non intendo troppo pronunciarmi.

Fatti salvi i soggetti che non hanno alcun interesse sul tema della moda, a tutti gli altri è noto quanto l’abbigliamento sia una spesa piuttosto importante nel budget familiare.

In una società dove l’apparenza prevale sull’essere, dove è più importante figurare più che saper dimostrare, non mi meraviglio che tutto questo sia un vero problema per la gente comune.

La maggioranza di esse non può permettersi l’acquisto troppo frequente di abiti firmati o di buona marca, ma sa tuttavia, che, con una certa pianificazione e un pò di attenzione, potrà trovare soluzioni alternative ed a basso costo per figurare sempre ben vestito come da sua ambizione.

In Italia le catene di moda low cost son partite in ritardo, ma ora stanno andando molto bene, magari scopiazzando i capi di stagione più di tendenza e proponendoli a prezzi accessibili e per tutte le tasche. Allora troviamo Inditex, Bershka, H&M, i negozi Zara o il marchio Stradivarius che ne fanno da padroni insieme ad altre aziende molto giovani e dinamiche che hanno colonizzato l’intero Paese con una distribuzione intelligente e mirata.

Un successo che sta creando interesse anche a chi non ha problemi economici e si potrebbe comunque permettere di spendere una fortuna per un capo firmato, ma non ne ha troppa voglia.

Per questo ora, anche gli stilisti di fama internazionale, viste le cattive tendenze, stanno creando delle collezioni ad-hoc destinate alla grande massa ed a piccoli prezzi.
Un modo forse vincente per avvicinare la grande moda al grande pubblico, ma soprattutto credo sia un correre ai ripari su un mercato che si sta guardando intorno ed ha forse capito che, oltre al vestito, è arrivata l’ora di guardare più in profondità: forse ora comincia a contare più la persona col proprio bagaglio intellettuale che il suo ‘incarto’.

Saluti soprattutto a Lauretta che ha gentilmente contribuito