Dio creò l'uomo e IBM crea Watson

7 Maggio 2009 1 di Elvio

Si ha un sistema di intelligenza artificiale (AI) quando un sistema informatico diventa tanto raffinato da poter interpretare il linguaggio umano fin nei minimi suoi dettagli e nelle sue sfumature, saperne analizzare domande ironiche ed in generale i costrutti complessi, saper interpretare giochi di parole, espressioni ambigue, indovinelli ed i sottili significati delle frasi, decomporre le domande in sotto domande, avere infine la capacità di distinguere tra termini rilevanti e irrilevanti e sintetizzarne, alla fine, la giusta informazione per le risposte.

Da anni scienziati e studiosi di tutto il mondo sono impegnati a sviluppare sistemi di intelligenza artificiale sempre più complessi e raffinati e da anni a questa sfida, partecipa anche IBM.

L’ultimo nato si chiama Watson ed è un potente elaboratore sviluppato dalla IBM, ora, dopo due anni di studi, si trova ormai nelle fasi finali. Su di esso sono implementati algoritmi di Natural Language Processing e altre diavolerie (tecnologie) atte a individuare il significato delle parole ed il relativo senso logico. Il sistema, considera ed elabora le sfumature e le varietà del linguaggio naturale nella sua più ampia dimensione ed in pochi secondi è in grado di dare un risultato.

Come dimostrare le grandi capacità raggiunte da questa tecnologia al grande pubblico, gli sviluppatori hanno intenzione di far partecipare Watson ad un gioco a quiz e farlo competere contro altre persone senza alcuna interfaccia (uomo macchina) che gli faccia da interprete.

Jeopardy! (un popolare telequiz americano simile al vecchio rischiatutto) sarebbe il gioco ideale su cui effettuare il test, in quanto si ha necessità di saper analizzare velocemente domande ironiche, indovinelli, sottili significati delle frasi.
La prova, che consiste nel rispondere a quesiti complessi, richiede una combinazione di conoscenze, capacità decisionali, rapidità e prontezza di riflessi e tutte queste qualità sarebbero state sviluppate all’interno della nuova architettura Question Answering, del supercomputer. Watson, sempre secondo il produttore, è in grado di fare con accuratezza e rapidità quello che nessun altro computer ha mai saputo fare: ragionare similmente al cervello umano.

Watson arriva 12 anni dopo di Deep Blue (altro supercomputer dotato di intelligenza artificiale di casa IBM) che nel 1997 riusci a battere il campione russo di scacchi Garry Kasparov, solo che ora il vero traguardo è stato quello di dotare il computer di una logica quasi umana.

Al momento non è stato divulgato alcun dato tecnico riguardante l’hardware necessario a far girare Watson, anche se il portavoce di IBM Ari Fishkind ha precisato che IBM non ha ancora deciso se e quando far partecipare davvero il sistema al quiz.
David A. Ferrucci inoltre (uno dei programmatori di Watson), ha spiegato che la sfida più difficile consiste nel portare una macchina ad esprimersi come un essere umano, IBM non è ancora arrivata a questo complesso traguardo.